Marilena Eardley on gennaio 12th, 2011
BAMBINI FREQUENTANO LE PISCINE PER FARE UNA ESPERIENZA DI GRUPPO CHE INSEGNI LORO A SOCIALIZZARE, AD AMARE L’ACQUA, A GIOCARE E PER IMPARARE A NUOTARE.
Il bambino non è uno strumento per appagare l’amore proprio e l’orgoglio del genitore e dell’insegnante. Egli, oltre alle oggettive (e non poche) difficoltà di apprendimento, deve far fronte alle aspettative, spesso eccessive, degli adulti che lo gestiscono; questa responsabilità, in un individuo ancora fragile ed in sviluppo, determina molte volte il fallimento. Infatti un’atmosfera nella quale egli si senta non approvato, nella quale venga sistematicamente valutato negativamente dalle persone significative, nella quale sperimenti incapacità a livello di destrezza motoria, (come quando si pretende l’inserimento in un gruppo di livello più avanzato), demolisce in lui la fiducia in sé, fa nascere sentimenti di inferiorità, causa insuccesso e conduce inevitabilmente al rifiuto della attività.
Pertanto per uno sviluppo positivo della fiducia in sé, requisito fondamentale di ogni successo, è necessario:
- Stimolare precocemente l’autonomia del fanciullo
- Incoraggiarlo
- Creare in lui buone aspettative delle proprie capacità (ma non eccessive)
- Rafforzare l’autostima (fiducia in sé) con approvazioni in caso di buona riuscita e comportamenti neutri in caso di insuccesso (non sfogare su di lui la propria delusione)
- Aiutarlo quando è in difficoltà; anche con critiche appropriate, ma soprattutto con sostegno emotivo (rincuorandolo e incoraggiandolo)
- Motivarlo al miglioramento delle proprie prestazioni
- Fargli capire che essere differente (ad esempio meno bravo degli altri) è cosa accettabile
- Riconoscergli il diritto di sbagliare e dargli l’impressione di essere sempre e comunque rispettato ed accettato
Cercando allora di riassumere con qualche concetto semplice e pratico:
- Non sostituitevi all’istruttore nella valutazione dei risultati, le componenti che li determinano sono moltissime e, solo chi le conosce a fondo (l’istruttore) può valutarle tutte opportunamente.
- Non rimproverate vostro figlio se non ha eseguito bene le esercitazioni, i bambini ce la mettono sempre tutta e proprio quando non riescono, hanno maggior bisogno di comprensione ed aiuto.
- Non valutate le prestazioni dei vostri ragazzi su quelle degli altri, non imponete confronti; ognuno và valutato per sé stesso e questi confronti imposti dall’esterno inducono ansia e stress nei bambini.
- Cercate di svilupparne l’autonomia, rendendoli consapevoli di ciò che fanno e rispettandone le scelte senza costrizioni.
- Sottolineate positivamente ogni miglioramento, anche quando non corrisponde completamente alle vostre aspettative; la sicurezza nelle proprie capacità si rinforza con lodi, aiuti ed incoraggiamenti, non con rimproveri (diversa è invece una serena critica rivolta a ciò che è stato sbagliato ed a ciò che può essere migliorato).
- Non create nei bambini aspettative troppo grandi, il mancato raggiungimento degli obiettivi che voi avete deciso per loro, crea delusione e di certo non li concilia con lo sport.
IN DEFINITIVA
Impariamo ad apprezzare i bambini per ciò che sono e non per ciò che noi vorremmo fossero. Essi non sono nati per appagare le nostre ambizioni o per compensare le nostre frustrazioni, ma per crescere e diventare degli uomini con il nostro aiuto e la nostra comprensione.
Fabio Bernardi direttore tecnico Aldebaran Cattolica Nuoto